Comunicato ufficiale

della Segreteria provinciale Pavia

Anpi provinciale Pavia condanna con fermezza l’aggressione squadrista avvenuta ieri pomeriggio a Pavia nei confronti del presidio antifascista di solidarietà per Ilaria Salis.

Ci domandiamo se gli autori di questa provocazione fascista siano stati identificati e per quale motivo non siano stati immediatamente allontanati dalla piazza, permettendo loro di avvicinarsi ai manifestanti della Rete antifascista, cui va la nostra piena solidarietà.

Esprimiamo una forte preoccupazione per la riproposizione e l’ostentazione di atteggiamenti squadristi che devono essere isolati e condannati dalle Istituzioni, dalle forze democratiche e dalle associazioni. Solo la presenza delle forze dell’ordine ha evitato che la provocazione di ieri degenerasse in un’aggressione fisica.

È evidente il tentativo dei gruppi neofascisti di cercare spazio e nuova agibilità con un governo di destra.  Questo obiettivo non deve essere reso possibile.

La Segreteria A.N.P.I. provinciale Pavia

Pavia, 24 febbraio 2024

Giorno del ricordo

Comunicato della Segreteria Provinciale ANPI Pavia

Il 10 febbraio è indicato come “Giorno del ricordo” in base alla legge n. 92 approvata nel 2004. Nel testo del provvedimento si parla di “conservare e rinnovare la memoria della tragedia degli italiani e di tutte le vittime delle foibe, dell’esodo dalle loro terre degli istriani, fiumani e dalmati nel secondo dopoguerra e della più complessa vicenda del confine orientale”. Invece, a partire dalla data scelta – che coincide con l’anniversario della firma del Trattato di pace di Parigi del 1947 che chiuse, anche dal punto di vista dei rapporti tra paesi, il secondo conflitto mondiale scatenato dalla Germania nazista e dall’Italia fascista – la complessità legata al “Giorno del ricordo” si perde. Si afferma, invece, una rilettura della storia nella quale il «fascismo di frontiera», l’invasione italiana del 6 aprile 1941, la snazionalizzazione anti-jugoslava e il razzismo di Stato, i crimini di guerra italiani nei Balcani (con l’impunità, garantita dagli equilibri della Guerra Fredda) ed il collaborazionismo di Salò vengono cancellati oppure, se citati come elementi di contestualizzazione storica, respinti come «negazionismi». A fronte di una vasta documentazione disponibile (in particolare presso gli Istituti storici della Rete Parri, compreso quello pavese) e di validi approfondimenti da parte di storici contemporanei, viene quindi da chiedersi come sia possibile che, per la celebrazione di tale giornata, diverse amministrazioni comunali della nostra provincia non abbiano ritenuto di realizzare occasioni di informazione e riflessione storica, preferendo invece delegare o patrocinare iniziative di gruppi riconducibili a posizioni di estrema destra (come avviene quest’anno a Pavia o Voghera). La memoria di quanto accaduto ed il rispetto per la tragedia delle foibe e la condizione drammatica affrontata dagli esuli non possono essere strumentalizzate da una retorica celebrativa interamente centrata sulla rappresentazione rovesciata degli eventi della Seconda Guerra Mondiale. Appaiono quindi grottesche e incommentabili le dichiarazioni apparse sulla stampa locale del rappresentante di “Recordari” (associazione nota alla cronaca pavese per l’annuale celebrazione neofascista del 5 novembre) che, bontà sua, afferma che non ci saranno saluti romani. Non di meno lasciano esterrefatti le affermazioni del Sindaco di Pavia che nonostante abbia giurato fedeltà sulla Costituzione nata dalla lotta di Liberazione dal nazifascismo “appalta”, concedendo il patrocinio del Comune, la commemorazione del Giorno del Ricordo a coloro che si rifanno a quelle ideologie e sulla vicenda si esprime con
banalità e luoghi comuni (“né fascista né comunista” che cosa vuol dire?), evidenziando una discutibile e ingiustificabile non conoscenza della storia del nostro Paese.

La Segreteria A.N.P.I. provinciale Pavia

Pavia, 8 febbraio 2024