L’antifascismo negli uffici statali

Articolo sulla Provincia Pavese di oggi a cura della Segreteria provinciale ANPI Pavia

Alcuni anni fa l’indimenticato Carlo Smuraglia, Partigiano – presidente nazionale dell’Associazione Nazionale Partigiani d’Italia dal 2011 al 2017 e successivamente presidente emerito, scomparso nel maggio scorso – nel libro intervista “Con la Costituzione nel cuore” evidenziava “Abbiamo questori e prefetti che sostengono di non poter vietare una manifestazione perché non c’è una legge. La legge c’è ma loro non la considerano neppure, affermando che c’è “solo” la XII disposizione transitoria della Costituzione, dimenticando che si tratta non di una disposizione transitoria ma di una disposizione finale, dichiarativa di quello che per i Costituenti era ovvio: cioè che fosse impensabile la ricostituzione del disciolto Partito fascista (forse, in realtà, si intendeva dire di un qualsiasi nuovo partito fascista)…Quello che non risulta chiaro a tutti nella XII disposizione finale, è scritto in tutta la Costituzione, perché le ripetute affermazioni della libertà in tutte le sue forme, dell’uguaglianza, dei diritti fondamentali, della dignità di tutti sono il contrario del fascismo…” Ed ancora, in merito agli strumenti di contrasto del neofascismo, annotava “…Abbiamo la legge Scelba del 1952 e la legge Mancino del 1993” (con l’aggiunta recente di un’intera sezione del Codice penale dedicata ai delitti contro l’eguaglianza e dunque anche ai reati di odio n.d.r.). “Esse vanno applicate, nello spirito della Costituzione e senza esitazioni, ma accompagnandole con un’azione, culturale e politica, profonda e continua, da parte delle istituzioni, delle associazioni democratiche, dei partiti e così via…”.
Questi brevi riferimenti per sottolineare come, ancora una volta, a Pavia è stata consentita una manifestazione che, doveva però svolgersi in forma statica, come ci era stato assicurato nell’incontro con le autorità competenti, escludendo una parata paramilitare come quella avvenuta in via Dei Mille, di palese apologia di fascismo – usando, strumentalmente la motivazione dell’omaggio ad un esponente missino vittima di un incidente stradale – con il solito corollario di saluti romani, come riportato dal vostro cronista che ha bloccato un quartiere della città, con evidenti disagi per i residenti.
Tutto questo mentre nei confronti della manifestazione promossa dalla Rete antifascista – pacifica, partecipata, con giovani e anziani e molte realtà associative pavesi che hanno ribadito il rifiuto del fascismo in tutte le sue espressioni – le autorità hanno prodotto confuse e contraddittorie indicazioni limitative della libertà costituzionale di manifestare, poi annullate grazie anche alla reazione sdegnata delle Associazioni antifasciste e di singoli cittadini.
“Oggi constatiamo che questo Stato non è ancora pienamente antifascista, in senso complessivo…”
Alla luce di quanto accaduto sabato scorso, la riflessione di Smuraglia è ancora, ed in modo più drammatico, di grande attualità. Purtroppo.

La segreteria provinciale dell’ANPI – Pavia, 6 novembre 2022

Provinciapavese080112022

Virginio Rognoni

La segreteria provinciale dell’ANPI esprime il proprio cordoglio per la scomparsa del prof. Virginio Rognoni – docente universitario, parlamentare per sette legislature, più volte Ministro (Interni – ricordiamo l’approvazione della legge che porta il suo nome unitamente a quello del parlamentare comunista Pio La Torre, ucciso nel 1982, contro i patrimoni mafiosi -, di Grazia e Giustizia, della Difesa). Dal 2002 al 2009 è stato Vicepresidente del Consiglio Superiore della Magistratura.

Ne ricordiamo la partecipazione a diverse iniziative legate alla Resistenza nell’Oltrepo e nella nostra provincia ed in particolare il richiamo ai valori espressi dalla Lotta di Liberazione, ribadito più volte negli ultimi anni: dal palco della manifestazione di Milano il 25 aprile 2006 “Non dobbiamo consentire che si svilisca sottilmente il ruolo della guerra partigiana attraverso la inaccettabile parificazione del soldato di Salò con il partigiano della montagna” fino alla presa di posizione dello scorso anno ad una iniziativa nel capoluogo pavese “… Il 25 aprile è una data che consegna la Patria, qualunque Patria di quest’Europa, al suo destino. Abbiamo corso un periodo e una tragedia immane, quella di un’Europa unita sotto il comando di Hitler e delle sue truppe (…) Sono stato turbato in questi giorni perché un illustre amico, il sociologo Giuseppe De Rita, ha detto che è inutile celebrare il 25 aprile, che è una data senza più significato perché combatte un fascismo che non c’è più. Non è così. L’antifascismo – ammesso e non concesso che il fascismo storico non ci sia più dopo la morte di Mussolini – l’antifascismo che noi celebriamo oggi è la democrazia. La democrazia trova nell’antifascismo un sostegno, una sorta di ossigeno. Dobbiamo ricordarcelo. La vita del Paese è fatta di tante cose ma su questo punto sono irremovibile perché ho vissuto quei giorni, ho vissuto quelle settimane”.

Ordine del giorno Comitato Nazionale

ODG APPROVATO ALL’UNANIMITÀ

Il Comitato Nazionale dell’ANPI esprime forte preoccupazione per la crisi di governo in corso che avviene in una situazione sociale drammatica aggravata dal persistere della pandemia, con circa 100mila contagi e 100 morti al giorno, oltreché ovviamente dalla guerra.

Le emergenze del Paese, a cominciare dall’inflazione, dalla povertà, dalla prevista recessione, dall’insopportabile aumento delle diseguaglianze richiedono proposte urgenti in particolare una nuova politica sociale che vada oltre i bonus, che dia vita a un nuovo welfare e metta in pratica una grande e reale opera di redistribuzione, ma anche una politica per il rilancio sostenibile delle attività produttive a partire dai settori strategici.

Occorre inoltre un ruolo attivo e responsabile del governo, delle Istituzioni e del Paese perché l’UE si faccia urgentemente promotrice di una politica di pace, per avviare una trattativa fra le parti affinché abbia termine la guerra in Ucraina, provocata dall’invasione russa con un immediato cessate il fuoco.

La reazione russa alle sanzioni dell’UE sta avendo un impatto sconvolgente sull’economia italiana e sull’economia dell’UE, e concorre in modo primario alla crisi economica in corso.

L’esplosione delle diseguaglianze sociali, in crescita da decenni, è la causa profonda della crisi di credibilità delle democrazie e la ragione di fondo del nostro Paese sia dell’abnorme tasso di astensione al voto sia della crescita delle destre radicali e sovraniste.

È urgente una risposta democratica e sociale ai tre capisaldi della nostra Costituzione: la pace, il lavoro, la rappresentanza democratica.

Roma, 16 luglio 2022

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